Posted on: Dicembre 6, 2020 Posted by: Giorgio Comments: 0

Era l’inizio del nuovo millennio e per l’occasione l’ONU decise di dedicare questo primo decennio alla Pace, alla non violenza e alla cultura. C’era Giovanni Paolo II che dava il via al Grande Giubileo e la Chiesa Cattolica divulgava il Terzo Segreto di Fatima.
Quei primi mesi del 2000, però, non furono solo un passaggio tra due periodi temporali, infatti, quelli erano gli anni del passaggio da analogico a digitale, con l’avvento di nuove tecnologie di comunicazione e la diffusione di internet su larga scala. In Italia quelli erano gli anni di Virgilio.
Man mano che la rete raggiungeva le nostre abitazioni cominciavano a comparire sempre più siti web e anche Veglie si distinse, sin da subito, in questo.
Nel febbraio del 2000 il primo sito a vedere la luce fu www.veglieonline.it gestito dal Dottor Nicola Gennachi e dal Professore Claudio Penna. A distanza di pochi mesi, precisamente il 10 ottobre, nacque  www.veglienews.com gestito da Fernando Leardi.
Passano venti lunghissimi anni e mentre i buoni propositi dell’ONU non sembrano essere stati ascoltati, quando il Terzo Segreto di Fatima sembra un ricordo lontano e su Virgilio, ormai, monta la scritta “Annunci e risultati forniti da Google”, resta però una costante. Anzi due…
Questa volta vi raccontiamo la storia di coloro che gettarono le basi dell’informazione locale di Veglie, sono abili narratori, cronisti e informatici. Hanno portato Veglie nelle case dei vegliesi (vicini e lontani), raccontando con lettere, documenti e foto quella che è la vita quotidiana della nostra cittadina.
Buona lettura.

I vostri siti sono nati nel 2000. Internet all’epoca non era molto diffuso, da dove nacque l’idea di realizzare un sito web di informazione?

Penna: Il dottore Gennachi e il dottore Fai vennero da me chiedendo il supporto tecnico per la realizzazione. Accettai volentieri e diedi una mano anche in seguito contribuendo alla realizzazione di articoli.

Gennachi: Si semina oggi per raccogliere domani. L’idea ce l’ha lasciata in eredità Don Giovanni Tondo che con il suo piccolo “Bollettino Parrocchiale” ci informava di ciò che avveniva in paese. C’è sempre stata questo bisogno di raccontare quello che per noi era importante. In quegli anni la Piazza (fisica) di Veglie ormai era sempre meno frequentata, quindi, ci inventammo questa piazza virtuale. Il motivo specifico del perché in quel periodo è che in quei giorni si preparavano le liste per le amministrative, non mi sembrava normale che in un paese democratico si dovevano accettare passivamente le scelte prese dall’alto.

Leardi: Dopo le mie prime esperienze degli anni ’90 nel mondo prima delle bbs e poi del web ho deciso di essere parte attiva e di fare qualcosa che potesse essere utile a tutti. Volevo comunicare ciò che avveniva nel nostro paese a tutte quelle persone e agli amici che vivevano lontano.  La mia idea oltre a dare le notizie era anche quella di creare un “portale”, come si diceva allora, con una serie di rubriche e di servizi che avessero come filo conduttore “Veglie”. C’era una rubrica dove chiunque poteva postare le foto, molto prima di Facebook; i lettori inoltre potevano chiedere foto di angoli del paese che non vedevano da molto tempo; c’era l’angolo del dialetto, della toponomastica, dei saluti, delle poesie, della bibliografia, della storia vegliese e tanto altro. Questo “portale” sulla storia, sulle curiosità e sulle notizie vegliesi è ancora disponibile sulla vecchia versione del sito raggiungibile da un link presente sul nuovo. Nel 2014 infatti, insieme a Marco Visconti, abbiamo cambiato il layout di veglie news per renderlo più fruibile da tutti e per rimanere al passo con le esigenze dei lettori.

Nel corso del tempo avete riscosso molto successo. I cittadini partecipavano, gli amministratori inviavano comunicati. Com’era quel clima di fermento?

Leardi: All’inizio c’era poca partecipazione forse dovuta al fatto che non tutti usavano questo nuovo mezzo di comunicazione. Man mano la gente ha cominciato ad essere più partecipe e a inviare lettere e riflessioni su argomenti diversi ma quasi sempre riguardanti la vita sociale di Veglie. Un cambiamento importante, avvenuto con la nascita dei siti di informazione a Veglie, è stato che finalmente si cominciava ad essere informati su quello che succedeva all’interno del palazzo comunale. Informazioni che, grazie ai siti locali, arrivavano a molta più gente rispetto a prima. Essere ringraziati per un servizio svolto anche se solo per passione, era una gratificazione importante che stimolava ad andare avanti e a non abbandonare il progetto nonostante tante difficoltà.

Gennachi: Veglie Online riuscì a diventare una “piazza virtuale” a tutti gli effetti. In alcune scelte politiche ha avuto la sua importanza e il suo peso. Ad esempio sul caso delle prime antenne dei cellulari, oppure, sul caso del canalone. C’era un vero e proprio dialogo tra i protagonisti di quegli anni, cittadini inclusi. Prima dei portali web lo spazio in cui erano elaborate le informazioni erano i partiti, i siti hanno sostituito quello spazio che via via stava venendo meno.

Penna: Ricordo che negli uffici comunali c’erano i nostri articoli stampati, c’era chi diceva “fai attenzione o finisci su VeglieOnline”.

Nel corso del tempo i contenuti pubblicati sui siti sono cambiati. Si è passati dallo scrivere articoli alla pubblicazione di meri comunicati stampa. È difficile scrivere un articolo, oppure, è difficile trovare qualcuno che sia disposto a scrivere?

Penna: Noi siamo stati molto attivi nel periodo iniziale, ricordo quello del canalone oppure quello del sansificio. Con il tempo le acque si sono calmate e ci siamo calmati anche noi.

Leardi: VeglieNews più che un giornale è un sito di informazione locale dove ognuno esprime la propria opinione, dove si possono pubblicare lettere aperte alla cittadinanza, comunicare eventi o accadimenti, parlare delle eccellenze locali, ecc.. Se qualcosa è cambiato è successo soprattutto perché il tempo personale a disposizione non è più quello di prima. Per questo motivo, non appena avremo la possibilità di avere nuovi collaboratori, cercheremo di sopperire a questa momentanea mancanza.  A tal proposito invito chi volesse darci una mano a farcelo sapere. Per il momento si continua a lavorare in maniera artigianale, raccontando quello che succede senza tralasciare, in alcuni casi, la pubblicazione di lettere scritte dalla redazione per fare il punto su argomenti delicati e particolari.

Nel corso degli anni vi siete sicuramente fatti dei nemici. Siete stati accusati di essere di parte, siete stati snobbati, tornando a casa vi ritrovavate a leggere delle critiche nei vostri confronti. Dove avete trovato la forza per andare avanti?

Leardi: La forza ce l’hanno data i lettori che ci spronavano ad andare avanti. Critiche ce ne sono state tante e nemici anche. La cosa che fa sorridere è che molto spesso le critiche, politicamente parlando, arrivavano sia dall’opposizione che dalla maggioranza, ognuno accusava VeglieNews di essere dalla parte dell’altro.  Abbiamo avuto anche delle grane legali, che sono state tutte superate senza alcun problema avendo agito sempre nella correttezza.

Gennachi: La scelta di stare dalla parte della minoranza fa parte del gioco democratico. Cercare di dare voce ai più deboli può essere anche una scelta personale, anche se parliamo di politica e dare voce all’opposizione quando ti accorgi che, secondo la tua valutazione, ha ragione e va sostenuta. Tutto questo ha portato VeglieOnline a essere molto critico e fermo nei confronti di ciò che ha sostenuto.

Con l’avvento dei social quanto è diventato difficile coinvolgere la gente?

Penna: È molto difficile. I ragazzi oggi non sanno cosa siano i siti, usano i social. Forse avranno una funzione di archivio ma sono un po’ scettico su questo. Oggi la comunicazione corre su altri canali e in maniera molto più veloce, lineare e fluida. Oggi è complicato attrarre i lettori sui siti.

Gennachi: Credo che la fotografia rappresenti la novità e i social sono questo: novità. Le nostre capacità critiche sono state azzerate. I siti si sono interessati ai problemi della nostra comunità, avevamo la capacità di ragionare sulle cose e sulle scelte che dovevano essere fatte. Se dovessimo continuare a lavorare sui siti con lo stesso spirito degli albori, dovremmo farlo capendo che Veglie è un paese che non ha più memoria. Dobbiamo tentare di ricostruire e riorganizzare una cultura che deve essere una coscienza critica del paese. Fare critica è una cosa seria e richiede conoscenza, con i social siamo tutti messi nelle condizioni di fare pettegolezzi e i siti dovrebbero avere la funzione di aggregatori di gente disposti a fare da coscienza critica.

Leardi: Dieci anni fa, appena si accendeva il pc una delle prime cose che facevano molti vegliesi era collegarsi ai siti di informazione locale. Oggi è cambiato tutto. L’informazione è molto più veloce e l’aspetto visivo che si da alla notizia deve essere d’impatto e deve attirare l’attenzione prima del titolo. Adesso bisogna catturare il lettore e farlo arrivare sulla pagina della notizia attraverso i social. Dopodiché il sito rimane quasi come una sorta di archivio per quando ci sarà il bisogno e il tempo per leggerlo.  A tal riguardo penso che sia importante che esista un archivio digitale di quello che succede a Veglie. Le notizie devono rimanere a disposizione di tutti. Quello che oggi può sembrare una notizia banale o superflua, domani potrebbe rivelarsi un tassello di storia locale importante. E comunque credo che ogni notizia o racconto possano diventare importanti con il passare del tempo.

Avete mai pensato di unirvi in un’unica piattaforma?

Leardi: Ci abbiamo pensato, ma ognuno ha la sua idea e il suo format. Sicuramente c’è collaborazione tra di noi anche se poi ognuno segue la sua linea editoriale.

Gennachi: Ogni responsabile di un sito dà l’impronta di ciò che va pubblicato sulla piattaforma. Io mi sono stancato di stare dietro all’ultima notizia. Credo che il lavoro lo si può dividere. Se VeglieNews ha la possibilità di andare dietro all’ultima notizia, allora, che vada avanti e si potenzi su quello. Se Controvoci ha la capacità di fare le dirette streaming, allora, che continui su quello. Noi di VeglieOnline che siamo più propensi all’analisi, continueremo su quello.

Futuro. Come vedete il futuro per le vostre piattaforme?

Leardi: Per quanto mi riguarda, VeglieNews cercherà sempre di stare al passo con le innovazioni tecniche del mondo digitale. Riguardo ai contenuti e alla struttura stiamo lavorando per realizzare il sogno di farlo diventare una testata locale a tutti gli effetti con l’aiuto di nuovi collaboratori.

Gennachi: A Veglie manca la coscienza sociale. Qui ha ragione chi urla di più, non so cosa si possa fare ma così non va bene. Bisogna far comprendere alla gente che continuare a vampirizzare Veglie non ha più senso. C’è bisogno di qusto: fare analisi critica.

In che modo Veglie vede la cultura?

Gennachi: In modo molto superficiale, quasi inesistente.

Leardi: Veglie in questo senso è ricco, ha tante risorse culturali di tutti i generi. Però, molto spesso, non viene dato il giusto valore a questo patrimonio da parte della classe politica del paese. Almeno fino ad oggi. Anche molti vegliesi purtroppo non danno valore a quello che Veglie offre e continuano a guardare l’erba del vicino vedendola più verde senza capire che quella del proprio giardino ha bisogno di essere annaffiata anche con il proprio entusiasmo personale. Se lavoriamo tutti assieme, politici – associazioni – commercianti – cittadini, per il bene di Veglie, tutti ne avremo vantaggio.

Che consiglio dareste ai vostri lettori?

Gennachi: Leggere di più. Ci sono state delle battaglie abbastanza forti contro un modo di fare che è il “qui comando io”, se questo ci sta bene allora chiudiamo i siti e andiamo tutti a casa. Se non ci sta bene bisogna trovare il modo affinché chi la pensa come me si aggreghi attorno a certi valori.

Leardi: Un consiglio banale ma importante. Non leggete solo i titoli degli articoli. Lo dico in generale, per tutto il materiale che circola sul web. Leggete tutto, fino all’ultima parola. Forse può succedere che l’ultima parola cambi totalmente il senso a tutto quello che avete letto prima. È importante capire quello che si legge ed essere certi della fonte che lo scrive. E quando ci sono dubbi, e io dico fateveli sempre venire, informatevi prima di credere a tutto quello che leggete. In questo periodo di emergenza COVID-19 si stanno scrivendo tante sciocchezze che purtroppo in molti leggono come verità.  E questo è molto pericoloso per la “salute” della nostra società.

DOMANDE A MARGINE

Jazz in Veglie è un’idea di VeglieNews o della Pro Loco?

Leardi: “Jazz in Veglie” è nato da una mia idea e realizzata poi, nelle prime edizioni, con il marchio “VeglieNews”. L’inizio ha comportato tanti sacrifici per riuscire a concretizzare questo progetto. Con il tempo JiV è cresciuto. Grazie agli amici della Pro Loco che hanno sposato in pieno questo evento, JiV è andato avanti negli anni diventando parte integrante dei progetti della stessa Pro Loco di Veglie. In tutte le sue edizioni JiV ha avuto sempre il supporto delle diverse Amministrazioni Comunali. VeglieNews e Pro Loco sono convinti che “Jazz in Veglie” possa dare una connotazione culturale a Veglie diversa e unica rispetto ad altri paesi del nostro circondario. Speriamo, e ne siano certi, che con le prossime edizioni si riuscirà a fare di Veglie un punto di riferimento per questo settore culturale più di quanto non lo sia già adesso.

 

Intervista a cura di Marco Palma e Giorgio Cappello